martedì 9 dicembre 2008

ANTIFA A COLONIA. INTERVISTA A UN COMPAGNO


Sarebbe dovuto essere uno dei più grandi congressi neofascisti degli ultimi tempi quello organizzato da Pro Koeln a Colonia nella penultima settimana di settembre, al quale avrebbero dovuto partecipare tutte le più rappresentative (ma non solo) organizzazioni di estrema destra d’Europa. Il congresso non si è svolto grazie alla mobilitazione di compagni/e antifascisti provenienti da più parti d’Europa e al rifiuto portato dagli stessi abitanti di Colonia di collaborare alla costruzione di tale evento. Come redazione di Infoantifa, intervistiamo Elia, che ha partecipato alle tre giornate di mobilitazione antifascista.

Il 19/20/21 settembre sono state giornate importanti per la città di Colonia, ma soprattutto per gli antifascisti/e di mezza Europa accorsi nella città, che avrebbe dovuto ospitare un congresso neofascista contro l'islamizzazione. Diciamo "avrebbe dovuto" poichè alla fine, grazie alla mobilitazione dei compagni/e, il tutto è stato annullato. "Pro Koeln" ha indetto quest'iniziativa, cosa sta dietro a questa sigla? Quali altre organizzazioni neofasciste erano state invitate?

L' Iniziativa Civica per Colonia (Pro Koeln) nasce nel 1996 e comincia la sua ascesa tra le formazioni populiste della città e della Regione ( il Nord-Reno Vestfalia, il Land più popoloso in Germania), arrivando a prendere anche un buon 4,7% nelle elezioni comunali del 2003.
Fin da subito Pro Koeln si distingue per le sue violente campagne razziste e xenofobe, nel solco di quella che era la tradizione dei Republikaner (una piccola formazione di destra che dopo la riunificazione tedesca ottenne numerosi successi elettorali cavalcando la crisi sociale).
Ma il vero salto di qualità per Pro Koeln avvenne nel 2005 quando cominciò la protesta contro il progetto di costruzione di una Moschea a Colonia: muovendosi abilmente questo gruppo riuscì ad inserirsi in alcuni momenti di protesta, sicuramente razzisti, ma ancora poco organizzati tentando di cavalcare quelle mobilitazioni e aprendo le sue porte ad alcuni fuoriusciti sia delle CDU (i conservatori) che dell'NPD (i neonazisti). Negli ultimi anni il modello a cui pare ispirarsi è la nostra Lega Nord, sia per le sue campagne volgari contro l'immigrazione, specialmente islamica sia per gli attacchi alla sistema politico, con qualche accenno di protesta fiscale. Negli ultimi anni Pro Koeln aveva dato vita anche ad un raggruppamento Regionale Pro-NRW, "Iniziativa Civica per il Nord Reno-Vestfalia" ed
il Congresso contro l'islamizzazione dello scorso Settembre doveva appunto servire da lancio della campagna elettorale per le elezioni del Land, previste per il 2009, con l'intento anche di provare ad intessere alleanze in vista del rinnovo del Parlamento Europeo. I partiti invitati all'inizio erano movimenti populisti ma anche gruppi appartenenti alla destra del Partito Popolare Europeo (il primo invito all'Italia era arrivato ad Alleanza Nazionale) anche per provare ad avviare un dialogo sulla falsariga del Centro-Destra italiano, ma alla fine, vista l'impresentabilità degli organizzatori ed il clima politico che cominciava a surriscaldarsi, all'appello del Pro Koeln si unirono solo il FPOE austriaco di Strake, il BZOE di Jorg Haider, il Valms Belang fiammingo, Il Front National di J. M. Le Pen e la Lega Nord decise di inviare solo M. Borghezio per non destare eccessivo clamore. In realtà sappiamo che durante la giornata del sabato diversi gruppi neonazisti extraparlamentari (tra cui alcuni autonomen nationalisten) hanno provato a raggiungere l'Heumarkt di Colonia, luogo del congresso, rimanendo bloccati in aereoporto o nella stazione ferroviaria della città.

Come già detto, compagni e compagne da tutta Europa sono accorsi a Colonia a seguito della mobilitazione messa in piedi dagli antifascisti tedeschi per impedire che il congresso avesse luogo. Quali iniziative di protesta sono state messe in piedi e con quali parole d'ordine? Come si è mossa la numerosa componente migrante della città?

Come tradizione dei movimenti antifascisti tedeschi la mobilitazione è stata di massa e molto ben organizzata. Secondo uno schema abbastanza abituale ad accendere i riflettore sul congresso dei fascisti sono stati i gruppi antifascisti autonomi che già da Luglio, cioè da quando Pro Koeln ha annunciato la sua inziativa, hanno incominciato ad organizzarsi in vari coordinamenti, con la parola d'ordine comune di impedire il convegno. Alla mobilitazione antifascista autorganizzata si è affiancata successivamente quella dei partiti di sinistra, dei collettivi studenteschi e delle associazioni antirazziste e dei sindacati: un fronte variegato con cui comunque anche le situazioni più radicali hanno saputo dialogare creando momenti di azione diversi in cui ciascuno poteva utilizzare le proprie pratiche, ma con il fine comune di bloccare Pro Koeln ed i suoi sodali. A questo si è aggiunta una mobilitazione spontanea di bar, discoteche e gruppi musicali che si sono schierati contro il raduno fascista, esponendo un logo comune nei loro esercizi e sulle vetrine, "Niente birra per i nazisti!". Inoltre, la componente migrante della città si è schierata da subito contro l'evento per voce di alcune associazioni, ma il dato politico più interessante sono state le azioni di disturbo e radicale rifiuto messe in campo da giovani stranieri nelle periferie e nelle scuole superiori che si sono susseguite lungo tutta l'estate. L'impianto delle contro-manifestazioni E' stato quello di un vero e proprio contro-vertice: un Convergence Center, spazi per dormire, supporto legale in più lingue ed diverse giornate di azione: si comincia con disturbare il presidio/conferenza stampa itinerante che i fascisti avevano annunciato per venerdì 19 mattina in due quartieri periferici a forte presenza migrante, un corteo antifascista per il venerdì sera e i blocchi alla piazza concessa ai fascisti, l'Heumarkt, per tutta la giornata di sabato 20 ed una contestazione alla chiusura del congresso fascista in una cittadina vicina, Leverkusen, per domenica 21.
Fin dalle prime azioni la polizia è stata in difficoltà ed ha più volte chiesto ufficialmente ai Pro Koeln di modificare o spostare le proprie inizative non riuscendo a garantire l'ordine pubblico; quando i fascisti si sono mostrati in pubblico, sono stati subito contestati e attaccati: il battello sul quale dovevano fare il loro tour del venerdì mattina è stato bersagliato da pietre e palloncini di vernice, costringendo il capitano dell'imbarcazione a sospendere la navigazione e la polizia a sospendere l'iniziativa, dopo questo episodio, anche per paura di ritorsioni, gli alberghi e gli autobus affittati da Pro Koeln hanno deciso di cancellare le prenotazioni dei fascisti.
La sera di venerdì 19 il corteo è sfilato compatto per il centro di Colonia sfidando il divieto di coprirsi il volto, forte di circa 3000 persone; durante il tragitto l'Ufficio per l'Immigrazione regionale è stato colpito con pietre e vernice, stessa sorte per alcuni veicoli della polizia ed un Sexy Shop; mentre dopo il corteo le vetrine di alcuni negozi di multinazionali sono state infrante e nella notte le case di alcuni fascisti sono state imbrattate con scritte e palloncini di vernice.
Ma la vera sorpresa è stata la determinazione e la grande partecipazione ai blocchi di sabato 20: il centro cittadino, compresi i binari della metropolitana ed i ponti sul Reno, sono stati invasi da un fiume di attivisti che ha impedito l'accesso alla zona del Convegno Fascista, respingendo anche le provocazioni dei fascisti e soprattutto della polizia; si è riutilizzato l'immaginario e la tattica di Rostock: blocchi di massa, coordinati e mobili. La polizia si è trovata costretta a bloccare all'aeroporto di Colonia circa 300 militanti di estrema destra di varia provenienza nell'impossibilità di scortarli alla piazza del Convegno; i gruppetti di fascisti che provavano a raggiungere il centro della città erano subito individuati e respinti.
Verso le 13:30 la polizia non riuscendo a reggere questo vero e proprio assedio, ha revocato l'autorizzazione concessa a Pro Koeln, annullando di fatto l'evento dei fascisti.

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