
Qualcuno probabilmente sperava che gli antifascisti/e non se ne accorgessero, invece così non è stato. Tempestivamente, infatti, la Torino medaglia d’oro alla resistenza si è mobilitata ed ha impedito che questo evento avesse luogo.
Una figura come quella di Adinolfi non necessita di presentazione in quanto fondatore di Terza Posizione, stragista nero e militante dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari). Un personaggio che non ha mai smesso di rivendicare il suo passato e che tornato in Italia, dopo molti anni d’esilio, scrive corposi documenti politici ed è indicato come “il professore” da molte formazioni neofasciste tutt’ora presenti sul territorio. Un invito scomodo quello fatto dal Centro Studi l’Araldo, fittizia associazione culturale, che da anni promuove a Torino eventi e dibattiti legati all’estrema destra. Diversi attori in gioco, tutti pronti a dichiararsi disponibili ad un confronto democratico, senza volontà revisioniste o, ancor peggio, negazioniste. Non è così e lo sappiamo tutti. Lo sa chi ha dovuto rinunciare a questa uscita pubblica e lo sanno le centinaia di antifascisti/e che, con l’appoggio dall’ANPI Provinciale (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), per giorni hanno dato battaglia politica, informando la città dell’incontro e organizzando un presidio in concomitanza all’evento. Il risultato non poteva essere diverso da ciò che è stato: Tassinari ha ritirato la sua disponibilità a partecipare, Adinolfi si è improvvisato in un monologo a beneficio di pochi “amici” all’Associazione Culturale l’Asso di Bastoni, il maggiore ritrovo cittadino dei neofascisti.
Il messaggio dato dalla Torino antifascista è chiaro e si rivolge a tutti coloro che tentano di riscrivere la storia e diffondere nella società falsi valori e pericolose prospettive (tra questi anche noti esponenti politici come il ministro La Russa e il sindaco Alemanno): la storia è stata scritta dai partigiani e da chi il fascismo l’ha combattuto, chi stava dall’altra parte allora ed oggi tenta di tornare alla ribalta non avrà altro risultato che la sconfitta.
Una figura come quella di Adinolfi non necessita di presentazione in quanto fondatore di Terza Posizione, stragista nero e militante dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari). Un personaggio che non ha mai smesso di rivendicare il suo passato e che tornato in Italia, dopo molti anni d’esilio, scrive corposi documenti politici ed è indicato come “il professore” da molte formazioni neofasciste tutt’ora presenti sul territorio. Un invito scomodo quello fatto dal Centro Studi l’Araldo, fittizia associazione culturale, che da anni promuove a Torino eventi e dibattiti legati all’estrema destra. Diversi attori in gioco, tutti pronti a dichiararsi disponibili ad un confronto democratico, senza volontà revisioniste o, ancor peggio, negazioniste. Non è così e lo sappiamo tutti. Lo sa chi ha dovuto rinunciare a questa uscita pubblica e lo sanno le centinaia di antifascisti/e che, con l’appoggio dall’ANPI Provinciale (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), per giorni hanno dato battaglia politica, informando la città dell’incontro e organizzando un presidio in concomitanza all’evento. Il risultato non poteva essere diverso da ciò che è stato: Tassinari ha ritirato la sua disponibilità a partecipare, Adinolfi si è improvvisato in un monologo a beneficio di pochi “amici” all’Associazione Culturale l’Asso di Bastoni, il maggiore ritrovo cittadino dei neofascisti.
Il messaggio dato dalla Torino antifascista è chiaro e si rivolge a tutti coloro che tentano di riscrivere la storia e diffondere nella società falsi valori e pericolose prospettive (tra questi anche noti esponenti politici come il ministro La Russa e il sindaco Alemanno): la storia è stata scritta dai partigiani e da chi il fascismo l’ha combattuto, chi stava dall’altra parte allora ed oggi tenta di tornare alla ribalta non avrà altro risultato che la sconfitta.
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